Live Vinoway, naturale e convenzionale: i vini con alta acidità volatile sono da gabinetto
- Scritto da Antonio Scatigna
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Ciò che spesso termina in una “scazzotata da bar” si è rivelato, invece, un “duello di scherma” di grande eleganza.
Parliamo della storica diatriba tra vini convenzionali e vini naturali.
In live Vinoway i duellanti sono: Sandro Barosi dell'Azienda Cascina Corte e Umberto Trombelli enologo di fama internazionale.
Arbitrano il match Alessandro Rossi Wine manager e Davide Gangi, Presidente di Vinoway Italia.
Si parte con le definizioni secondo l’enciclopedia Treccani e, forse, “naturale” e “convenzionale” non significano davvero ciò che intendiamo.
Si discute del punto di bevibilità di un vino, in ogni sua filosofia di produzione. Si affronta il tema di come si approcciano le commissioni di degustazione con le due fazioni e ci si chiede se i vini convenzionali siano “pieni” di solforosa tanto da far star male la propria moglie il giorno dopo.
Con gran classe i “fioretti” colpiscono i due maestri delle filosofie di produzione enologica:
⁃ Può, addirittura, far più male il vino naturale del vino convenzionale?
⁃ Quando si può produrre un vino con i lieviti indigeni?
⁃ Qual è la percentuale di produzione naturale ottimale nel mercato?
⁃ Omologazione Vs imbevibilità. La si perdona?
⁃ Il vino diviene naturale perché non filtrato e chiarificato?
⁃ Quanti produttori di vini naturali stanno profittando e approfittando del termine “naturale”?
⁃ C’è confusione sul biologico? Viene praticato seriamente su tutta la filiera?
⁃ La salubrità del vino dov’è? Nel naturale o nel convenzionale?
⁃ I vitigni resistenti seguono un impatto di naturalità in vigna, ma non sono anch’essi una selezione?
Questi sono solo alcuni dei solleticanti quesiti emersi.
Un touché per entrambe le fazioni lo si condivide: i vini con un’alta acidità volatile (acido acetico) sono solo da gabinetto, sia per il naturale che per il convenzionale.
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